MDPV

Cosa è, come si usa e quanto se ne usa

MDPV o PV è una sostanza stimolante, euforizzante, aumenta il desiderio sessuale ed è moderatamente empatogena. Agisce come inibitore del reuptake di dopamina e noradrenalina, quindi più come la cocaina che le alte sostanze amfetamino-simili, rispetto alle quali stimola meno il rilascio degli stessi neurotrasmettitori. Inibisce il ripristino dei livelli di serotonina, il che può spiegarne gli effetti psicogeni (allucinazioni, delirio, mania).

La sua attività si manifesta già con pochi milligrammi, anche se la dose abituale è di 10 milligrammi. 

MPDV può essere ingerito, messo sotto la lingua, introdotto nel retto come polvere o in sospensione acquosa, assunto per via iniettabile in vena o in muscolo, ma principalmente sniffato o fumato con una pipetta.

Poiché è attivo già a partire da 1-2 mg, il dosaggio per ridurre il danno va regolato sulla scala dei milligrammi. La dose iniziale di molti utilizzatori è 5 mg per via orale, 1-2 mg per via rettale e 1-2 mg per inalazione del fumo. La forte stimolazione e la relativamente breve durata del picco di azione spiegano il ripetersi compulsivo di somministrazioni successive.

Sniffato manifesta il suo effetto in pochi minuti e dura dalle 3 alle 4 ore. 

Sostanze che hanno un’azione simile

Mefedrone, altri catinoidi, ecstasy. 

Effetti desiderati

MDPV è uno stimolante. La sua azione è empatogena, vale a dire che aumenta il senso di piacevole sicurezza di sé.  Porta ad una forte euforia, aumenta la voglia di parlare, migliora le prestazioni e stimola l’acutezza delle sensazioni. Aumenta l’intensità dell’orgasmo.

MDPV ha effetti euforizzanti, stimolanti del cuore e della respirazione (simpaticomimetici), anoressizzanti (sparisce lo stimolo della fame), eccitanti sessuali e ansiogeni. Aumenta il senso di attenzione e toglie il desiderio di dormire (insonnia). Non è un allucinogeno, ma può portare i sintomi della psicosi da amfetamina, con paranoia, allucinazioni visive e uditive (percezione di presenze e voci inesistenti).

Sesso e MDPV

La documentazione è per ora abbastanza scarsa. Valgono le informazioni riportate per il mefedrone. 

L’euforia viene descritta come molto intensa a seguito delle prime assunzioni, sembra però calare con il ripetersi dell’uso, mentre gli altri effetti restano molto marcati. La ricerca di procurarsi la stessa intensità di euforia sperimentata le prime volte può, come nel caso della cocaina, portare a successive assunzioni compulsive.

Non è chiaro se l’uso di MDPV porti ad una maggior lucidità del pensiero o se questa sia solo la sensazione soggettiva riferita dagli utilizzatori, senza che ci sia un riscontro valutabile. Frequentemente si manifesta aumento della socievolezza. L’effetto stimolante sessuale rimane presente, ma l’intensità degli orgasmi, marcata alle prime assunzioni, tende a ridursi con l’uso.

Effetti tossici e rischi

L’effetto desiderato si accompagna con un aumento del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa. A volte si avverte uno sgradevole senso di freddo e di dolore nella zona del cuore. Dato che aumenta l’attenzione, che non si sente la fatica, si va incontro a irrequietezza, nervosismo e iperattività. Passa la voglia di mangiare o di dormire. L’azione dipende dalla dose che si è presa. A dosi alte si manifestano ansia, attacchi di panico e paranoia.  

MDPV aumenta l’attività del sistema nervoso simpatico (inibisce il reuptake di dopamina e noradrenalina) con sintomi quali tachicardia, ipertensione arteriosa, abbondante sudorazione, ansia che possono essere estreme. La tachicardia è comune anche con dosi ricreative.

Il limite fra piacere e danno è molto ristretto nell’uso di MDPV e l’utilizzatore è portato a credere che un aumento di dose corrisponda ad un aumento dell’effetto euforizzante desiderato. Si rischia così di sperimentare gli effetti tossici, in modo inconsapevole e inatteso, senza migliorare l’azione desiderata.

Effetti tossici quando si usa abitualmente 

Psicosi

I consumatori abituali di MDPV, o chi si sia esposto ad una singola overdose, possono manifestare segni di psicosi in modo più veloce e frequente rispetto a quanto accade con altre sostanze stimolanti. I sintomi di psicosi da MDPV vanno dal sentire delle voci, avere allucinazioni visive, tendenze autolesioniste, grave ansia, manie, mania di grandezza, immaginazioni paranoidi, confusione, aumento dell’aggressività e irritabilità.

Gli attacchi di panico sono comuni. I nuovi utilizzatori possono ritenere di aver imparato a controllare l’effetto di MDPV, ma il primo attacco di panico può scatenarsi senza nessuna avvisaglia. Gli attacchi di panico successivi si presentano sempre in modo improvviso, ma il loro timore può creare una condizione di ansia quando si riassume la sostanza, tale da renderne molto difficile la gestione.

Dolori addominali sono frequenti negli utilizzatori di MDPV. Possono manifestarsi da dolori blandi a gravi, fino a vomitare sangue. Le cause possono essere gastriti, esofagiti o ulcere peptiche. L’automedicazione con farmaci del sistema gastroenterico va evitata e deve essere fatta una corretta diagnosi delle cause.

Si sono osservati casi di rabdomiolisi (morte e rottura delle cellule del muscolo), con grave danno renale a causa delle proteine muscolari in circolo nel sangue. Si suppone che la rabdomiolisi sia scatenata dalla forte disidratazione dovuta alle sostanze stimolanti (forte sudorazione, aumento della temperatura corporea), ma non sono escluse altre possibili cause legate al loro abuso.

Disordini motori. Durante l’uso di MDPV sono stati osservati dei disordini del movimento che possono suggerire sintomi della malattia di Parkinson.

Dipendenza 

L’uso abituale di MDPV genera tolleranza delle dosi, con un forte potenziale di abuso, e può generare dipendenza psicologica. La dipendenza determina craving (forte desiderio della sostanza) e sintomi di astinenza. La tolleranza porta ad assumere dosi molto elevate, che possono non portare più l’euforia desiderata, ma che producono gli effetti tossici dell’overdose. MDPV determina rapida e forte dipendenza.

Astinenza 

Benché non sia dimostrata una sindrome da astinenza da MDPV, gli elevati livelli di dopamina, serotonina e noradrenalina dovuti all’azione di MDPV determinano una carenza di questi neurotrasmettitori quando finisce l’effetto della sostanza. Questo porta al craving, alla dipendenza fisica e a segni di astinenza, che si riassumono nelle condizioni opposte a quelle sperimentate durante l’uso, e, quindi, sedazione, stanchezza, sonnolenza, confusione oltre ad eventuali effetti paradosso.

Interazione con farmaci e droghe 

Le interazioni sono particolarmente dannose con tutte le sostanze stimolanti e con gli psicofarmaci. Molto frequentemente gli utilizzatori di MPDV assumono farmaci e sostanze per aumentarne l’effetto o per contrastarne gli effetti collaterali, con pericolose automedicazioni. Le associazioni – fatte dagli utilizzatori di MDPV agli scopi che sono riportati di seguito – di farmaci e sostanze sono dannose e vanno evitate!! Fra le più frequenti troviamo:

  • In combinazione con propanololo, un betabloccante, per contrastare il veloce battito cardiaco e l’ansia che ne deriva
  • In combinazione con betabloccanti e benzodiazepine per contrastare gli attacchi di panico.
  • Con zolpidem per combattere l’insonnia
  • Con zolpidem per procurarsi allucinazioni visive
  • Per contrastare i frequenti dolori di stomaco e di intestino dovuti all’uso, con famotidina, domperidone e inibitori di pompa, come omeprazolo
  • Con G (GHB o GHL) per fronteggiare una overdose
  • Con G (GHB o GHL) per aumentate il piacere sessuale
  • Con G (GHB o GHL) per ridurre l’irritabilità e essere più capaci di godere degli stimoli da MDPV
  • Con 5-MeO-MIPT (o Moxie, una triptamina psichedelica) per l’azione afrodisiaca
  • Con 5-MeO-MIPT e metilone per imitare l’effetto ecstasy (MDMA)
  • Con kratom, per un effetto stimolante a basso dosaggio o uno simile agli oppiodi a dosaggio più elevato
  • Con LSD, per l’effetto psichedelico
  • Con phenibut (betafenilGABA, attenzione perchè è reperibile online come un integratore presentato come innocuo, anche se è iscritto in Italia fra le sostanze stupefacenti) per controllare l’agitazione da MDPV senza avere sonnonlenza e sedazione
  • Con codeina per un effetto speedball
  • Con ecstasy (MDMA) per migliorare la percezione di essere accettati, effetto entactogeno
  • Con metilone per aumentare l’azione euforizzante
  • Con oppiodi (morfina, eroina, oppio) per un picco di sensazione di benessere, di euforia e di piacere sessuale.
  • Con alcool, senza che si consideri che l’alcool è la sostanza psicoattiva più usata e senza che se ne valuti la pericolosità

Interazione con la terapia antiretrovirale 

Ritonavir e cobicistat

I due farmaci antiretrovirali che possono dare interazioni importanti sono ritonavir (Norvir) e cobicistat (Tybost). Sono due farmaci assunti come booster, interagiscono cioè con un sistema enzimatico (citocromo P450 3A4) che, nel fegato, metabolizza molti farmaci e sostanze e che, quando viene rallentato, ne determina aumento di concentrazione e di durata di azione. L’azione di boosting interessa anche le sostanze ricreative, come MDPV, che mantengono concentrazioni nel sangue più elevate e più a lungo nel tempo. Quindi aumentano gli effetti desiderati, ma anche il rischio di effetti tossici.

Se la terapia antiretrovirale include inibitori delle proteasi – (darunavir Prezista)/(atazanavir Reyataz)/(lopinavir Kaletra) contiene anche ritonavir o cobicistat. Cobicistat viene anche associato agli inibitori delle integrasi come elvitegravir (Vitekta) e in Stribild (con elvitegravir, tenofovir disoproxil e emtricitabina), Genvoya (con elvitegravir, tenofovir alafenamide e emtricitrabina), Rezoltsta (con darunavir), Evotaz (con atazanavir), e Symtuza (con darunavir, tenofovir alafenamide e emcitrictabina). Si tratta di farmaci antiretrovirali ormai poco utilizzati e soppiantati nell’uso da quelli che seguono.

Gli inibitori NNRTIs sono metabolizzati in modo diverso e non ci sono evidenze che il loro metabolismo interagisca con le sostanze amfetamino-simili come MPDV. Esistono studi che indicano che aumentino la concentazione della cocaina, e questo si è visto con efavirenz (Sustiva, Atripla), nevirapina (Viramune) e etravirina (Intelence).

I farmaci antiretrovirali, entrati in terapia più recentemente, non hanno mostrato interazioni:  inibitori NRTIs – doravirina (Pifeltro e Delstrigo), inibitori delle integrasi dolutegravir (Tivicay e Triumeq), bictegravir (Biktrarvy), raltegravir (Isentress).

Non risultano interazioni con maraviroc (Celsentri), un inibitore del CCR5. Per avere un riscontro aggiornato sulle interazioni con farmaci si prega di consultare il sito dell’Università di Liverpool www.hiv-druginteractions.org , dove manca la voce MDPV, ma possono essere seguite per analogia le indicazioni di “mephedrone”.

Consigli per un uso più sicuro del MDPV

Un intervallo di almeno un’ora fra le somministrazioni aiuta a prevenire ansia e tachicardia. Aumentando il tempo fra successive somministrazioni si riducono gli effetti collaterali. Dato che l’effetto di ottiene con dosi dell’ordine del milligrammo, si deve tener conto di quanto MDPV si consuma in un incontro di chemsex, facendo attenzione di non superare il quantitavo massimo di 30 mg.

Evitare di assumere MDPV a giorni ravvicinati, creando così alta probabilità di diventare dipendenti. Lasciare almeno una settimana fra una nottata di chemsex e la seguente.

Seguire tutti i consigli per ridurre il danno da sostanze stimolanti che sono riportati in questo sito.

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